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L’Arberia è un insieme di comunità in cui vive, in Italia, la minoranza etnico-linguistica degli Arbëreshë. Questo popolo arrivò in Italia in diversi flussi migratori provenienti dall’Albania e da comunità albanofone della Grecia, tra il XV e il XVIII sec.
Gli insediamenti albanesi nell’Italia meridionale furono il prodotto di una mobilità lenta ma continua in tutto l’alto medioevo, per motivi diplomatici, strategici, commerciali e religiosi. Probabilmente il nome Arbëreshë deriva dal nome Principato di Arber o di Arbanon, primo stato feudale medievale albanese fondato dopo la scissione dell’impe­ro romano d’Occidente da quello d’Oriente. Secondo la maggior parte degli storiografi ci furono sette ondate migratorie avvenute tra il 1416 e il 1825.

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  • 1416-1446: giunsero in Italia truppe di soldati albanesi capitanati da Demetrio Reres ed inviati dal condottiero Skanderbeg per difendere Alfonso d’Aragona contro Roberto d’Angiò.
  • 1459-1461: ci fu l’esodo di altri soldati in Puglia per difendere la casa aragonese di Ferdinando I, successore di Alfonso, contro la congiura dei baroni.
  • 1468-1506: i turchi invasero e distrussero tutta l’Albania e molti albanesi, per non sottomettersi al dominio ottomano, si insediarono in Calabria, in particolare in Sila, nel Pollino e nella valle del Crati.
  • 1532-1534: gli albanesi della città di Corone, sfiniti dall’assedio turco, si spostarono verso la Puglia, la Lucania e la Calabria fondando nuove comunità. La migrazione ebbe il supporto di Carlo V che incaricò il viceré di Napoli di organizzare il viaggio degli albanesi. Circa ottomila persone si stanziarono tra Calabria e Sicilia.
    Questa migrazione fu diversa dalle precedenti perché includeva molti rappresentanti dell’aristocrazia albanese e numerosi privilegiati.
  • 1647-1664: popolazioni provenienti dalla Morea si mossero verso la Basilicata.
  • 1744: popolazione proveniente da Illiria ed Epiro si stanziò in Abruzzo.
  • 1774-1885: alcuni albanesi si stabilirono in Basilicata, nel pavese e a Piacenza.
Storia Arbëreshë minoranza etnico-linguistica - Skanderbeg guida la migrazione w700

In tutto il medioevo molti albanesi si trasferirono a Venezia per motivi di lavoro e fondarono la confraternita “Scola degli Albanesi” a scopo umanitario per sostenere connazionali in difficoltà. Si può in definitiva dire che Skanderbeg iniziò un fruttuoso scambio politico ed economico con l’Italia, in particolare con Alfonso d’Aragona. Da qui nacque una forte alleanza dal deciso impatto storico, culturale e sociale. Lo stan­ziamento attraversò vari fasi storiche e l’Adriatico fu un ricco canale di scambio econo­mico e culturale.

Gli albanesi, in Italia, usufruirono di speciali concessioni e privilegi nelle terre dove furono accolti. Si insediarono o ripopolarono zone e villaggi isolati e questi luoghi, in prevalenza montani, consentirono di proteggere meglio la cultura identitaria. Contribuirono fortemente all’espansione demografica e allo sviluppo dei territori depauperati dallo spopolamento e dall’abbandono delle coltivazioni.
Uno dei tratti caratte­rizzanti del popolo Arbëreshë è la fede cristiana di rito bizan­tino insieme al ricco patrimonio di lingua, cultura e tradizione.

 

Storia Arbëreshë minoranza etnico-linguistica