Caraffa – Garrafes
IL BORGO DEL COSTUME ANTICO

Sindaco: Antonio Giuseppe Sciumbata
N. abitanti: 1963
Altezza: 356 m s.l.m.
N. abitanti: 1064
MUNICIPIO: 0961.957811
FARMACIA: 0961.953293
Altezza 756 m s.l.m.
PIZZERIA SULLA
Via Dei Mille, 36, Caraffa
Tel. 0961.953067
Hotel Residence Germaneto
Strada provinciale 46 – Località Difesa
di Caraffa. Tel. 0961.954085
Di origine medievale, il piccolo borgo di Caraffa fu fondato nel 1448 da milizie albanesi, che scelsero di stabilirsi su un costone pianeggiante ben riparato situato a circa 380 metri sul livello del mare. Qui fondarono quello che oggi costituisce il centro abitato di Caraffa, uno dei primi insediamenti arberesh in Italia.
Il nome della cittadina deriva dalla famiglia Carata, feudatari discendenti da un ramo della dinastia dei Caracciolo, duchi di Nocera, che favorirono la costruzione delle abitazioni sui propri territori.
Nel 1461, una seconda spedizione di soldati albanesi, comandata dall’eroe nazionale Giorgio Kastriota Skanderbeg, giunse in Calabria.
Oltre al centro di Caraffa, si trovavano altri insediamenti a Usito e Arenoso, ma presto tutti gli abitanti si concentrarono sul costone pianeggiante che ancora oggi rappresenta il centro storico.

ABITO TRADIZIONALE
L’antico abito di gala è tra i più originali di tutte le comunità arbereshe d’Italia; evidenzia chiare tracce balcaniche presenti nei costumi della Macedonia, della Jugoslavia e della Grecia settentrionale. L’originalità di questo abito ha incuriosito il pittore inglese A. John Strutt che nel 1834 lo ha ritratto in splendidi acquarelli.
È possibile ammirare questi antichi abiti presso l’Istituto della Cultura Arbereshe “Giuseppe Gangale”.

ISTITUTO DELLA CULTURA ARBERESHE GIUSEPPE GANGALE
L’istituto raccoglie testimonianze della cultura italo-albanese ed è dedicato a uno dei più grandi studiosi della lingua albanese, Giuseppe Gangale. La struttura ospita testimonianze culturali delle comunità albanesi, attrezzi del mondo contadino e artigiano, e un presepe.
Di notevole importanza è la documentazione originale di Giuseppe Gangale, glottologo italo-albanese del secolo scorso.

CHIESA SANTA DOMENICA
Presenta un portale d’ingresso in pietra con arco ogivale affiancato da due finestre con vetri colorati, sovrastato da una bifora. Fu distrutto dal terremoto e ricostruito nel 1936.
Tra le opere conservate vi sono il tabernacolo policromo incastonato in un nuovo altare di pregevole marmo verde di Gimigliano, la statua di Santa Domenica attribuita alla scuola dei Drosi di Satriano e alcuni dipinti di pregio.
Caraffa GARRAFES IL BORGO DEL COSTUME ANTICO
La Confrunta
A Pasqua si svolge il tradizionale rito della Confrunta: un incontro tra la statua di Cristo e quella della Madonna dopo l’annuncio della Resurrezione da parte di San Giovanni.
Secondo l’antica tradizione, durante la Passione, le campane non suonavano e al loro posto, per chiamare i fedeli a raccolta, venivano usate le “troche“, strumenti fatti di canne e linguette di legno.